A Porto Seguro siamo abituati a vivere con i piedi ben piantati in terra o addirittura sotto, nascosti nella sabbia. È una città relativamente piccola e le costruzioni non superano il primo piano di altezza. Non esiste alcun ostacolo architettonico che impedisca al panorama di splendere.
Per noi arrivare a São Paulo significa cambiare prospettiva, guardare il mondo da un punto di vista alternativo. La viviamo con i piedi per aria, ci arrischiamo in scalate urbane, sfidando le altezze. Un’ora di fila, trentadue piani in ascensore più tre a piedi, per una vista panoramica dall’edificio Banespa. Scale, non sempre mobili, ci accompagnano su e giù, freneticamente. I centri commerciali sono labirinti a forma di spirale. Passiamo dalle cime dei palazzi al sottosuolo della metropolitana, nelle grandi città la linea dell’orizzonte è verticale. Ritrovo una vertigine di cui soffro e che allo stesso tempo mi attrae. È la versione gigantesca di un vuoto che porto dentro, lo stesso che cerco di riempire.
Questa città rappresenta un perfetto trampolino di lancio. Torniamo ad essere veloci, efficienti. Giriamo fino a perdere le forze. Amiamo camminare, scoprire, visitare. Cerchiamo di non far affaticare NE, ci carichiamo del suo peso quando lo riteniamo opportuno. Sfrecciamo al ritmo del traffico, della metro, del passo rapido della gente che passa e scompare. Facce che non rivedremo mai più nella vita, occhi incrociati a senso unico. Ci mescoliamo tra la folla, per quanto possibile. Abbiamo gli occhi puntati addosso, anche mio marito questa volta si è arreso all’evidenza. Sguardi curiosi, talvolta insistenti. Ci sto facendo l’abitudine, rispondo sorridendo.
Questa città rappresenta un perfetto trampolino di lancio. Torniamo ad essere veloci, efficienti. Giriamo fino a perdere le forze. Amiamo camminare, scoprire, visitare. Cerchiamo di non far affaticare NE, ci carichiamo del suo peso quando lo riteniamo opportuno. Sfrecciamo al ritmo del traffico, della metro, del passo rapido della gente che passa e scompare. Facce che non rivedremo mai più nella vita, occhi incrociati a senso unico. Ci mescoliamo tra la folla, per quanto possibile. Abbiamo gli occhi puntati addosso, anche mio marito questa volta si è arreso all’evidenza. Sguardi curiosi, talvolta insistenti. Ci sto facendo l’abitudine, rispondo sorridendo.
La prima notte, quella che ha preceduto l’isteroscopia, è stata una pessima notte.
Mi sono svegliata di soprassalto, pochi minuti dopo aver preso sonno. Ho chiesto a mio marito perché fossi sveglia, quando un secondo prima ero certa di stare dormendo. Domande prive di logica, impastate di sonno e la sua mano ad accarezzarmi. L’unico calmante possibile.
Il secondo risveglio è arrivato altrettanto bruscamente e a poca distanza dal primo. Lui era ancora sveglio. Sente quando sono agitata, perché mi divincolo nel letto come un’ossessa. Dormo così, dormo male. Per questo lui ha continuato ad accarezzarmi, incurante che io ne fossi cosciente o meno. Questa volta la domanda riguardava il perché NE stesse urlando. Lo sentivo forte e chiaro, nella mia testa e solo lì, perché intanto mio figlio dormiva sonni tranquilli. Lui!!
Il terzo risveglio è arrivato a notte fonda. L’orologio del mio cellulare segnava le quattro e io avevo appena sognato di avere il ciclo, la mia paura più grande di questi giorni, visto che già in due occasioni ho dovuto annullare l’isteroscopia per questo motivo. Così, ho tirato un sospiro di sollievo nell’apprendere di aver avuto solo un incubo, confermato dopo una corsa in bagno. Questa volta Lui dormiva, finalmente ed è stata la buona notizia a fare da calmante.
Il quarto e ultimo risveglio è stato quando erano appena passate le sei. Sapevo che non avrei più dormito e ho deciso di alzarmi, con l’intento di fare una ricca colazione e prepararmi. Dalla clinica mi avevano esortato ad arrivare all’appuntamento – come dicono loro – ben alimentata!! È stato mentre facevo la doccia che tutta l’angoscia della notte è diventata realtà. Il mio ciclo era lì, presente e vero, giunto con una spaventosa e sbagliatissima puntualità.
Ho pensato che fosse un sogno, l’ho sperato. Non poteva essere vero.
Ho pensato ai possibili motivi:
1. La mia mente ha potere assoluto sul mio corpo;
2. La sfortuna ha potere assoluto sulla mia mente e sul mio corpo;
3. Entrambe le cose.
La vita ha davvero un gran senso dell’umorismo. Io no. Increduli, abbiamo cercato di prenderla con filosofia formulando un piano B, che prevede come unica chance un ulteriore viaggio, tanto per facilitarci l’esistenza.
In clinica ci siamo andati lo stesso, per l’esame di mio marito. Rassegnati, ci siamo presentati alla reception, dove un’infermiera gentile e sorridente mi ha fatto subito presente che l’arrivo del mio ciclo non avrebbe ostacolato l’esecuzione dell’esame, grazie all’uso di un apposito liquido. Non ho ben capito perché questa pozione magica non fosse stata usata l’anno passato, quando il Dr. Destino fu irremovibile sulla decisione di annullare quello stesso esame. Fatto sta che ho preso per buona quella notizia, pur rimanendo scettica fino al momento in cui mi sono ritrovata svestita e sdraiata sul lettino di una sala asettica e piena di macchinari. Lì, la stessa infermiera dai modi affabili, mi ha messo un liquido sotto la lingua per evitare alla pressione di scendere troppo e chiesto di contare fino a dieci, per poi inghiottirlo. Mi ha dato un lecca lecca a forma di cuore, da succhiare obbligatoriamente per lo stesso motivo e messo un apparecchio elettronico sul ventre per massaggiarlo e ridurre al minimo il dolore. Il Dr. Destino ha fatto il solito ingresso plateale, in lingua italiana. Un “in bocca al lupo” e qualche battuta sul meno educato modo di dire, che vede protagonista la balena e il suo sedere. Qualche risata. L’annuncio che i risultati delle analisi effettuate fino ad oggi sono ottimi!!
L’esame è durato poco, credo. Per quello che ricordo. Di chiaro c’è stato solo il dolore, che questa volta è stato forte al punto da appannare vista e cervello. È cominciato con un bruciore intenso, di quella che immagino sia stata la biopsia ed è continuato, aumentando, quando il liquido ha cominciato a riempire l’utero. Finito l’esame, finite anche le insopportabili coliche, che hanno lasciato però un malessere sparito solo il giorno seguente, dopo una notte migliore di quella precedente.
Mio marito se l’è cavata nel giro di pochi minuti e di tanti reais in meno nel portafoglio. NE ha movimentato la clinica, dando spettacolo di impazienza e noia. In un’oretta circa avevamo fatto tutto, così siamo usciti alla luce del sole col buonumore di chi si aspetta una mattinata catastrofica e scopre che invece tutto è andato per il verso giusto. L’esclamazione di mio marito è stata:
– “Che bello, è andato tutto bene. Adesso dobbiamo SOLO fare tutto il resto!!”.
Adoro la sua ironia.
Adoro la sua ironia.
Io e NE siamo già tornati a casa, da soli. Lui è rimasto là, immerso nel caos metropolitano.
Tra poche ore, dopo aver lasciato mio figlio a scuola, andrò a fare le analisi ormonali e una volta ottenuti anche gli ultimi risultati, conosceremo il nuovo protocollo da seguire.
”Noi dobbiamo ripartire da zero e scoprire le regole: correndo i rischi e pagando in contanti”
[Jules e Jim – Henri-Pierre Roché]
[Jules e Jim – Henri-Pierre Roché]
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Entro domani ti scrivo. Devo.
Ti aspetto!!
bene, benissimo! un abbraccio
Grazie Ceci. Ancora niente lì?? 🙂
Ti abbraccio
Chi ben comincia è a metà dell'opera!!! Dai dai dai!!! Ti abbraccio. Elisabetta
Concordo. Speriamo sia di buon auspicio!!
Ti abbraccio anche io.
Bene, un passo alla volta verso l'obiettivo 🙂
E che fatica non poter correre 😉
hehehh bella la battuta di marito, fate bene a prenderla con ironia!
Meno male che alla fine siete riusciti a fare tutti gli esami! Dai dai che anche questa e' fatta (ouch)!!
Ti piacerebbe la sua ironia, leggendoti penso spesso che la tua gli somigli molto 🙂
La partenza pare giusta, speriamo di continuare così!!
Torno a leggerti, dopo una pausa dai blog. Continuo a fare il tifo per te. Per voi. Bravi, belli, forti! ps: avere accanto una persona che sa ironizzare sulle difficoltà è una cosa bellissima!
E che pausa… NYC è più che una pausa, è una meraviglia di viaggio!! Sono felice di ritrovarti qui 🙂
L'ironia aiuta tanto, speriamo di mantenerla per tutto il percorso.
sempre piu in alto, amica, sempre piu in alto
E voi mi date una spinta fortissima <3
Corro virtualmente con voi e chiedo al Cielo di rispettare i sogni. Sandra quella dei libri
È una richiesta bellissima. Grazie Sandra!!
Eva, come ti capisco… ho fatto anch'io una volta l'isteroscopia, era talmente nervosa che sono scoppiata a piangere davanti al ginecologo che mi faceva le solite domande prima di incominciare! Per fortuna mi è capitato un dottore paziente e rassicurante. Non ho fatto la biopsia, ero bella dolorante e niente lecca-lecca! Meno male sono dolori che passano velocemente.
Auguri per i prossimi esami!
Considerata la tensione, certe reazioni emotive sono assolutamente giustificate. Considerato il dolore, sarebbe giustificata qualunque cosa!!
Grazie carissima, speriamo vada tutto bene.
Sono contenta che non sia stato un viaggio a vuoto. Un primo passo già fatto!
Un abbraccio
Anche io Fede sono contenta, ce la siamo proprio vista brutta!!
Ti abbraccio
Ciao Eva, è da tempo che sto lontana da tutto, dalle e-mail, dai blog, il mio compreso, ma in questi giorni ti ho pensata ed eccomi qui. Ti faccio un grosso in bocca al lupo per questo nuovo tentativo. Un abbraccio. L' "altra" Eva
Eva!! Invece di scriverti qui che ti avrei mandato presto una mail, te l'ho inviata e poi sono venuta a rispondere al commento 😉
Spero di avere presto notizie tue e del piccolo. Vi abbraccio.
Sembra proprio un esame noiosetto, ma noi mamme si sa, dobbiamo passare un po' di pene per i nostri cuccioli! Un passo in meno verso l'obiettivo 🙂 ed è a piccoli passi che si fanno le cose più grandi!
Sai, in quel momento ho pensato che se mai dovessi provare l'esperienza di un parto naturale, il dolore sarebbe ancora più forte e allora ho tenuto duro.
Hai ragione carissima, noi donne dobbiamo passarne davvero tante di pene, ma veniamo ripagate con grandi gioie… quasi sempre!!
Ah, che paura avevo preso, per fortuna stavolta c'era il liquido magico! 😉 forza allora verso la prossima casella. Un abbraccio.
Ne ho avuta tanta anche io. Sembrava uno scherzo del destino e ci avrebbe davvero complicato la vita!! Menomale che alla fine si è risolto tutto per il meglio 😉
Ti abbraccio forte
Vi abbraccio forte, spero vi arrivi il tifo da questi spalti. 🙂
Arriva eccome, carico di forza e calore!!! Grazie <3
Ti abbraccio forte anche io
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