Coerente per la prima volta col mio desiderio di maternità in stand by, con un’unica parentesi di follia, che racconterò in separata sede. Uno sclero degno della peggior parte di me, tanto per non dimenticare che esiste l’eccezione, sempre quella che conferma la regola.
la mia concezione di far figli, si avvicini più al sesso di gruppo. Questo sarebbe anche stato il titolo che il Dr. Destino, quello della clinica di fecondazione assistita di San Paolo, voleva, ma non ha potuto, dare al suo libro!!
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[“Il sesso di gruppo non sempre è orgia…e può funzionare”!!!…] |
Riguardo l’ultimo punto, ci sono due diverse possibilità.
Dare in adozione il proprio figlio. Gesto che comporta una grande forza. L’atto d’amore di una mamma. Ad una, tra le tante, io devo la mia felicità. Il mio tutto.
Oppure, decidere di abortire.
Pensavo che arrivata in età matura, difficilmente avrei fatto i conti con esperienze di questo tipo. Invece, mi trovo ad ascoltare la storia di una donna, di una mia amica, che ha avuto la fortuna di avere un figlio in grembo e ha deciso che la scelta migliore, fosse quella di non farlo venire al mondo!!
A questo punto sparare giudizi sarebbe la cosa più semplice, ignorando così una realtà che potrebbe risultare scomoda.
Come il fatto che l’uomo in questione, non fosse degno di essere chiamato tale. Il fatto che avesse nascosto verità pesanti sulla propria persona, sullo stile di vita, sul lavoro. Segreti sporchi. Il fatto che, col tempo, perché nessuno ha scritto in fronte la verità, fosse uscita la sua vera natura di bugiardo. Le sue manie. Le sue ossessioni.
Il divertimento nel perseguitare quella stessa donna, che ha avuto il coraggio di lasciarlo, nonostante l’amore. Perché a volte si ama il proprio carnefice, colui che possiede il nostro cuore. Lo usa. Lo riduce in poltiglia, in quello che somiglia ad un gioco sadico.
I pedinamenti, le scenate di gelosia, le telefonate ad ogni ora del giorno e della notte, gli estranei mandati per intimidire.
Le violenze.
Le botte. I ricatti. Le minacce, per niente velate.
La folle richiesta di un figlio. Imposta. Forzata.
Gli abusi. Sessuali e non.
Un uomo malato.
E la sua vittima. Una donna impaurita.
La stessa che scopre di avere una vita che le batte dentro.
Me lo racconta con le lacrime agli occhi, senza piangere.
Me lo racconta quando è ormai troppo tardi.
Mi spiega quanto se la sia sentita dentro, quella vita.
La nausea, il seno indurito, il corpo che cambia.
Ma soprattutto, la sensazione di essere diversa. Si sofferma su questo aspetto e ne parla, con un’emozione e una nostalgia che non mi permettono di respirare.
E rimango così, ad ascoltare, in apnea.
Sì, abortire.
Questo bambino non nascerà mai.
C’è stato. In un momento, su questa terra, in questo mondo fatto di ingiustizie.
E così com’è arrivato, è andato via.
Proprio come ci insegna la vita. Solo che lui, non ha nemmeno avuto il tempo di conoscerla.
La potenza.
Questa mamma, perché lo è, almeno quanto lo sono io, mi racconta del battito.
La sua prima ed ultima ecografia.
Come l’ultima sigaretta, nell’ora del patibolo.
Racconta di quel cuoricino che pulsa e mentre parla, solo la sua bocca si muove. I suoi occhi rimangono immobili, carichi di una tristezza per me sconosciuta. Un dolore che non conoscerò mai.
Quello di chi ha una vita dentro e ha scelto di dirgli addio.
E quel dolore non se ne va. Si trasforma e non ha niente di fisico. Che se ce l’ha, lei non lo ricorda.
L’altra sofferenza invece sì. Quella che si potrebbe chiamare anche, senso di colpa.
Ma è molto di più.
Sa che non se ne andrà mai. Che rimarrà come un macigno, legato stretto al suo piede. Un peso che le permetterà di rimanere a galla, solo tenendo i piedi piantati, saldi, in terra.
Allontanarsi significherebbe annegare.
E’ stata una sua scelta.
La consapevolezza di mettere al mondo una creatura, che avrebbe pagato caro i suoi sbagli.
La paura di non liberarsi mai di quell’uomo orribile.
dicevi: neanche a soffrire, neanche a morire. Se uno muore vuol dire
che è nato, che è uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il
brutto è dover dire di non esserci stato.”
Rispetto quel silenzio di cui ha bisogno. Manifesto solo la mia presenza, con un abbraccio lieve
Mi piace saperti qui.
Grazie.
Non credo ci sia nulla da aggiungere a tutto quello che hai detto e provato tu. Ma mi fanto male il cuore. Un abbraccio
Proviamo lo stesso dolore.
Ci capiamo perfettamente.
Ricambio l'abbraccio
anche a me fa male il cuore.
a NON giudicare NON ci riesco.
anche io devo la mia felicita' all'estremo atto di amore di un'altra donna.
realta' diverse non le conosco direttamente… forse in un'altra situazione, conoscendo direttamente la donna di cui parli, potrei "capire", ora non ci riesco….
Sapevo che ti avrebbe toccato questo racconto.
Esattamente come ha toccato me.
Le nostre storie ci insegnano, ogni giorno, cosa vuol dire mettere al mondo un figlio. Anche quando comporta il fatto non vederlo crescere.
E' normale giudicare.
Lo facciamo anche tacendo.
Nemmeno io conoscerò mai il dolore di chi sceglie di non dare alla luce un bambino. Probabilmente non l'avrei conosciuto nemmeno quando, molto più giovane o sarebbe meglio dire molto più piccola di ora, vedevo ogni ritardo come una minaccia alla mia libertà.
Non sono contraria all'aborto. Non riesco a negare un diritto nemmeno se io mai e poi mai ne usufruirei. Ovvio, però, che questi racconti sono un colpo al cuore. Netto e doloroso. Per tutte quelle che, come me, per avere un figlio devono lottare.
Credo che questa storia tocchi, se possibile, ancora più profondamente chi un figlio lo desidera con tutta se stessa e non può averlo.
E' difficile accettare che qualcuno rifiuti, quello che a noi è stato negato!!
E' ingiusto. E fa male.
Io ho abortito, non me ne pento né mi ha sconvolto la vita. Al momento era la decisione migliore per me e sono felice di averla presa. E i giudizi altrui non mi toccano affatto.
Giulietta
Mi fa piacere, Giulietta, che questa esperienza non ti abbia sconvolto e che tu abbia continuato la tua vita felicemente. Ognuno vive le esperienze in maniera differente e proprio per questo motivo, ho cercato di limitare al massimo i giudizi.
Rispetto il tuo punto di vista, così come tu potrai perdonare se a me invece, l'idea di questo bambino mai nato, continua a far male.
Rispetto pienamente il tuo punto di vista. E' giusto che ogni donna la viva come meglio crede, per me il confine si oltrepassa solo quando in base a parametri personali si vuole intervenire sulle leggi e l'assistenza medica da fornire alle donne. Anche perchè, parliamoci chiaro, l'aborto può non piacere ma se non si permette alle donne di farlo legalmente e in ospedale, si torna alle mammane e agli appendiabiti.
Giulietta
p.s. Infatti i paesi dove l'aborto è ai minimi storici sono quelli che forniscono la migliore prevenzione/cure ginecologiche ed educazione sessuale fin dalla tenera età. Dove è illegale l'aborto clandestino (con tutte le sue conseguenze) prospera.
Giulietta: si si, nonostante il mio pregiudizio/giudizio (di cui non riesco a liberarmi) sono assolutamente d'accordo sulla legalita' (fin quando si ritiene "opportuna") e sull'assistenza medica.
Qui in Brasile, è cosa comune usare una pillola. Troppo facile da trovare e con rischi altissimi, per la donna che decide di usufruirne.
Quindi sì, assolutamente è necessaria l'assistenza medica.
Questo va al di là di qualsiasi opinione personale sull'argomento!!
Io sono contraria all'aborto, se non per casi gravi…
questo dicevo mesi fa…
un fatto a me vicino mi ha scombussolato la vita, mi ha messo di fronte a ciò che pensavo…
ora non so più cosa penso…soffro e basta, per quel bimbo mancato…
Nel corso della vita, anche io ho cambiato più volte opinione sull'argomento.
Alla fine, credo siano gli eventi a plasmare le nostre idee. Anche se di base, rimane sempre una grande sofferenza.
E' così difficile prendere posizione sulle scelte di vita delle altre persone…io pur cercando e desiderando tantissimo un figlio che non arriva sono favorevole all'aborto, sono convinta che dare la vita debba essere una scelta voluta e conosco alcune donne che hanno preso questa difficile decisione consapevolmente e sono andate avanti con la loro vita serene di aver fatto la scelta migliore.
C'è stato un momento della mia vita, in cui la pensavo esattamente come te. Adesso non ne sono più così certa.
Rispetto le scelte altrui, ma non riesco a vedere qualcosa di buono in una decisione così estrema. E ci provo, davvero.
Hai ragione, una donna può continuare serena la sua vita. Ma a quel bambino però, non è stata data la stessa possibilità.
io credo che sia giusto che le donne abbiano la possibilita' di scegliere.
tante cose cambiano quando si prova ad avere un figlio o si ha gia figlio.
dieci anni fa avrei pensato che la tua amica aveva fatto la cosa sicuramente piu giusta, ora rimarrei molto confusa anche io.
mi auguro di non dover mai affrontare un dilemma del genere e che lo stesso nn capiti mai alle mie figlie, la contraccezione orale non puo' prevenire del tutto queste situazioni ma sicuramente le puo' diminuire, spero che le mie figlie mi chiederanno di accooagnarle a farsi prescrivere la pillola quando decideranno di essere pronte per la vita sessuale.
Le tue figlie sono fortunate, ad avere una madre che la pensa come te. Prevenire è il primo ed importante passo da fare. Il più giusto.
Quello che mi lascia perplessa di questa storia però, è che non si parla di un'adolescente, nè di una ragazza. Si parla di una donna.
Anche io sono per il libero arbitrio. Ma sono anche per la presa di coscienza delle proprie azioni.
parole saggissime.
questo post e' molto bello, varrebbe la pena di proporlo oltre i confini della blog sfera, potresti inviarlo forse alla 27esima ora del corriere…hai scritto in un modo cosi' potente che obblighi alla riflessione chiunque lo legga!
L'argomento stesso, è molto potente!!
Non conoscevo la 27esima ora del Corriere… tratta argomenti altrettanto forti. Ho comiciato a leggere e sto continuando a farlo.
Per adesso però, mi limito ad inserirlo tra i preferiti 🙂
Grazie Valentina, di cuore.
mi piace questo tuo modo di scrivere e di affrontare anche argomenti scomodi,se vogliamo,in una maniera così trasparente,onesta,lasciando cadere il giudizio se pur narrando dal tuo punto di vista.
E' sempre un pò complicato, raccontare storie che non ti riguardano in prima persona, ma che ti toccano nel profondo.
Così com'è complicato, prendere una posizione definitiva.
Grazie per le tue parole!!
Ti capisco. Una mia carissima amica fece quella scelta tempo fa, per motivi non troppo diversi. Oggi lei è madre ed io pure. C'è stato un tempo in cui io, vinta dalla sofferenza, provai dell'astio nei suoi confronti perché lei aveva deciso ciò che io avevo dovuto subire e non mi pareva giusto. Eppure l'ingiusta ero io perché anche lei soffriva e se lo porterà dentro per sempre…
Hai centrato perfettamente il punto.
Ed è per questo motivo che non posso e voglio dare giudizi, perché in ogni caso c'è già una grande sofferenza, da parte di chi quest'esperienza l'ha vissuta in prima persona ed è ingiusto appesantire la situazione.
Credo che l'aborto sia (tranne in rari casi) sempre una scelta dolorosa. Difficilmente una donna lo fa a cuor leggero.Per questo, non mi sento di giudicare nè di dire che se mi trovassi in quella situazione farei una scelta diversa. Penso che decidere di porre terminen ad una gravidanza sia una decisione difficile, che ti segna, per tutta la vita e bisogna convivere, giorno per giorno con quel peso.Quella vita non ci sarà, è vero, ma è pur vero che non si può convivere 9 mesi con una vita che ti cresce se non si ha la forza di poterla accogliere (almeno a tempo determinato). Parlo, ovviamente, di interruzioni di gravidanza non legate a malattie dei bimbi..perchè quello è un altro discorso, ancora più delicato. Anche se non mi sono mai trovata a vivere queste situazioni, mi sento molto vicina a queste donne e al loro dolore. Ti abbraccio
E' difficile sapere come si reagirà ad una situazione, fino a che non la si vive. Un'idea, quella possiamo averla.
Condivido con te anche il dolore. Quel dolore che non abbiamo mai vissuto, ma che non per questo fa meno male!!
Ti abbraccio anche io
Due settimane ho fatto il raschiamento. Appena uscita dalla sala operatoria ho pensato che non avrei più cercato di avere un figlio perché avevo paura che potesse capitarmi di nuovo e non volevo piu vivere quell'esperienza cosi dolorosa. Per noi che desideriamo tanto un figlio l'aborto è qualcosa di assurdo, è innaturale, non è giusto. Per le altre può essere una scelta e non mi sento di condannarle. Lavorando in una casa famiglia ho conosciuto tante donne perseguitate da uomini, se così si possono definire. La loro non è vita, loro sopravvivono perché non possono fare diversamente. Ammiro la tua amica perchè ha avuto la forza di ricominciare una vita senza di lui e di solito questo non succede.
Ti abbraccio
Seguo la tua storia, anche se spesso ho preferito non commentare, per rispetto!! Posso solo immaginare quello che hai passato e provato, tu che hai vissuto questa esperienza, senza poter scegliere.
Sì, la mia amica è stata brava a staccarsi da quella persona. C'è a chi va peggio.
Ti abbraccio anche io
La pratica dell'aborto segnerà una donna per tutta la vita anche quando questa è 'unica soluzione. Non giudico. Non mi piace farlo ma permettetemi di soffrire per quel bambino mai nato, per quella sofferenza provata all'interno del luogo che avrebbe dovuto essere la sua protezione più grande. Permettetemi di soffrire in silenzio
Antonella cara!!
Ho pensato anche a te, quando ho scritto questo post. Sapevo che ti avrebbe colpito, dentro.
Sei una persona sensibile, così come lo sono le tue parole. Sempre.
Con tutto il rispetto cara Antonella, lei non può sapere se una donna sarà segnata per tutta la vita, quindi inutile scriverlo, al limite può dire che lei resterebbe segnata per tutta la vita.
Un Aborto o interruzione di gravidanza porta un grosso dolore dentro, ma se ci sono delle scelte ragionate si supera, ovviamente non devono essere scelte del tipo:
voglio andare in discoteca
voglio la macchina nuova ecc…
Capisco anche voi che un figlio lo volete e non potete averlo, però non tutti perseguono lo stesso obbiettivo, e non è un fatto di età, un figlio lo si può non volere anche a 30, 40 anni, sono scelte.
Purtroppo gli incidenti di percorso possono capitare, non per questo manderei al patibolo una donna, ovviamente la cosa non deve ripetersi, uno sbaglio si, 2 no.
Roberto
Uno sbaglio sì, due no?
Arrivo a leggere questo commento in una settimana in cui questo argomento è rientrato nella mia vita, seppur indirettamente. Se vogliamo, questa volta è arrivato in maniera più aggressiva e violenta, tanto da togliermi il sonno e il sorriso. In linea generale potrei anche trovarmi d'accordo su alcune delle sue parole, in pratica non posso accettarle.
Come lei ha già capito, è diverso per noi che un figlio lo vogliamo e non possiamo averlo. Poi certo, le casistiche sono tante, così come i motivi che portano a questa scelta e che no, non è mai facile, nonostante lei pensi possa essere superabile quando guidata da una giusta motivazione. Io non credo, non del tutto almeno.
Oggi non riesco a dire di più. Fa troppo male vedere sprecato il pane di chi non ha i denti.
Saluti.
Io per due volte, senza volerlo, ho dovuto lasciar andare via la vita dentro di me e posso dire che difficilmente una donna dimentica di averla avuta dentro quella vita. Però nelle situazioni bisogna trovarcisi per capire a fondo, per ammettere che siamo pronte a fare cose che mai avremmo pensato di fare. Una mia carissima amica, da sempre desiderosa di avere figli, ha preso questa decisione qualche anno fa perché, semplicemente, non si sentiva pronta ad avere un figlio da un uomo che sentiva di non amare di amore assoluto e profondo. Le sono stata vicina, pur facendo fatica ad accettare, perché lei è una persona di grande cuore ed ho pensato che, per fare una cosa del genere, dovesse sentire veramente un macigno pesante dentro il cuore e perché quella era la "SUA" decisione. Ricordo che quella notte dormiva a casa mia e l'atmosfera non era certo leggera. Ci sono stati silenzi più rumorosi di un grido. Pur essendo tuttora molto vicine, di quello non si è più parlato. Quello che posso dire è che, molti anni dopo, quella stessa donna, è arrivata a tradire suo marito e grande e unico amore perché lui, avendo piccoli impedimenti fisici che non gli consentivano di procreare in modo facile, stentava a prendere la decisione di provare a fare qualcosa e per lei era un grande dolore. Da quell'unico tradimento, per beffa del destino, è nata una vita. Ricordo la sua disperazione mentre mi raccontava che non avrebbe potuto e voluto mentire a suo marito circa la paternità, quel marito che sentiva proprio in quel momento ancora di più di amare disperatamente. Ma ricordo la sua determinazione a volerla quella vita, nonostante tutto, nonostante la situazione fosse di quelle da non poter nemmeno immaginare. Mai ho visto nei suoi occhi il dubbio, mai. Mi sono chiesta quanto pesasse in tutto ciò la decisione presa anni prima ed anche il fatto che, avendo lei 37 anni, si avvicinasse quel maledetto limite biologico che tanto influenza noi donne. Con caparbietà l'ha fatta nascere quella vita, perdendo suo marito, affrontando le dicerie e la cattiveria di tutti, dovendo accettare che sua figlia ha un padre che non ha invece voluto accettare le sue responsabilità e le fa da padre ogni tanto senza contribuire in niente ai suoi bisogni. Nonostante abbia perso la casa che aveva costruito insieme al marito con tanti sacrifici. Nonostante un lavoro poco remunerativo che le rende difficile andare avanti. Nonostante sia sola ed in difficoltà. Nonostante creda che suo marito rimarrà per sempre quello che ha sposato davanti a Dio, ma che vive ormai con un'altra, nonostante abbia chiuso il suo cuore agli uomini. Nonostante tutto, l'ha fatta nascere. Ed ho capito quanto si è disposti a sbagliare anche per averlo un figlio. Ho passato due giorni con loro, lei e la sua bimba, poco tempo fa ed ho visto una donna che ama sua figlia sopra ad ogni cosa e che vive per lei. Ho visto amore puro.
E ho capito ancora di più che non è corretto giudicare gli altri, che nessuno è perfetto, che tutti possono sbagliare e che, quasi sempre, ogni cicatrice ce l'ha portiamo dentro per sempre e che ognuno di noi porta le sue, piccole o grandi che siano. Per quanto ci si possa provare, non si possono vestire i panni degli altri e non si può sentire il loro coinvolgimento in quel momento. E' come se il protagonista, nel momento della decisione, potesse farlo togliendosi dalla propria realtà. Credo che quasi sempre la sua decisione sarebbe diversa, ma togliersi dalla propria realtà è impossibile…
Bisogna trovarsi nelle situazioni. Niente di più vero.
La storia di cui parli, è sicuramente molto particolare e complicata. Tante volte si fanno scelte difficili, che agli occhi degli altri risultano inconcepibili. A volte nella vita si fanno scelte estreme. Per amore di uomo, di un figlio o anche per amor proprio.
Nel mio caso non ho avuto modo di consigliare la mia amica, prima della decisione, ho solo potuto risparmiarle commenti inutili, che non avrebbero cambiato la situazione e starle più vicina possibile. Spesso un'amica non ha bisogno di un'opinione, ma di amore. Tutte quelle donne, se lo porteranno dentro quel peso. Tutte, seppur in maniera diversa.
Un'altra persona molto vicina a me, già madre di tre figli, qualche anno fa, è rimasta incinta di due gemelli. Erano del marito, ma in quel momento credeva giusto non tenerli e senza dire niente a nessuno, ha preso la sua decisione. Quel dolore si è tramutato in una profonda depressione, presente ancora oggi, portando a conseguenza peggiori, che non sto qui a raccontare.
Il punto è, che capiti o si scelga, bisogna andare avanti, superando quell'evento, o un qualsiasi evento traumatico. Non possiamo fare altro.
Grazie per avermi raccontato questa storia.
Pazzesca. Pazzesca questa storia.
è una cosa così privata, personale e soggettiva che non posso dire nulla. Capisco te. E abbraccio lei e il suo grande dolore.
Grazie cara!!
mi aggrego zitta. un abbraccio e una mano tesa
Drusilla non so come, ma ho erroneamente cancellato il tuo commento.
Scusa!!
Lo riporto io, di seguito:
"Anch'io non mi sento di dire nulla. Credo che l'aborto sia veramente una questione personale e privata per giudicare. Dipende da tanti fattori questa scelta.
Mi fa solo male pensare che c'è un bambino che non è mai nato.
Un abbraccio"
Ed è proprio così, per niente facile.
Ricambio l'abbraccio
Sto leggendo il tuo post solo oggi, e sono un po' sconvolta. Perche' ieri ho parlato dello stesso argomento nel mio blog, a proposito della scelta di una mia amica, anni fa, e del consiglio che le diedi.
Vedi, come ho scritto in uno dei commenti, se quella mia amica tornasse da me oggi le darei il consiglio opposto. C'e' sempre una possibilita', anche se la coppia e' giovane e fresca e il lavoro latita. Ce la si puo' fare.
Ma quello che racconti di questa donna e' terribile. Non ho letto gli altri commenti, ma credo che mettere al mondo un figlio che poi avra' gli occhi del tuo carnefice, deve essere un inferno da guardare ogni giorno. E decidere di portare avanti la gravidanza, come nell'opportunita' che e' stata data a Marica, invece di amare quel bimbo, per nove mesi, sentirlo muovere dentro di se' puo' diventare una gabbia da cui non si puo' evadere.
Una donna ha il diritto di amare il bimbo che porta in grembo, sia che decida di darlo in adozione sia che no. Il bimbo ha bisogno di amore per nove mesi, non siamo contenitori, c'e' un legame che va oltre la biologia. Lui respira i tuoi respiri, gli batte il cuore quando tu ti spaventi, si agita se tu sei nervosa, o emozionata, o felice. Una donna arrabbiata, sconvolta, ferita, non gli darebbe amore. Ne' nutrimento, fisico ed emotivo.
Io non la porterei avanti una gravidanza in quelle condizioni, con quei presupposti. E lo so che la cultura e lo status – se ho ben capito – mi portano a ragionare in maniera diversa, ma ecco, io avrei fatto la stessa scelta della tua amica. Senza dubbio alcuno. Scusami se ferisco i tuoi sentimenti, mi rendo conto che la mia etica e' un po' gelida, ma e' quello che penso. Ti abbraccio forte.
ok il bimbo ha bisogno di amore in quei 9 mesi, giusto…
ma ci sono bimbi che nascono da donne che non sanno nemmeno di essere incinte, ci sono bambini che nascono da donne che, epr un motivo o per un altro, volevano abortire e non l'hanno potuto fare… ci sono bambini che nascono da donne che durante la gravidanza si sono drogate.. ci sono bambini che per quei 9 mesi non ricevono amore, ma che alla fine nascono, e si trasformano in creature meravigliose 🙂
[ci sono bambini che al mattino si svegliano e cantano, e sono un inno alla vita]
riconosco il diritto della donna a voler/poter amare il bimbo che porta in grembo, riconosco il diritto della donna di abortire… ma piu' di tutto riconosco il diritto del bambino di nascere e di cercare la propria felicita'
ora che hai scritto questa cosa di vedere nel proprio figlio gli occhi del carnefice, mi e' venuto in mente l'episodio di un paio di mesi fa (se non sbaglio), di quelle ragazze rapite e tenute ostaggio in una casa per una decina d'anni… una di loro aveva avuto una figlia dal carnefice… ovviamente bisogna trovarcisi ecc ecc, pero' cosi' su due piedi mi viene da pensare che quella mamma la figlia la ami, nonostante gli "occhi"… [anche se deve essere un amore doloroso]
Non riesco a dire molto, ma concordo pienamente con questo commento di Marica.
È vero, durante i 9 mesi c'è una simbiosi mamma-figlio, ma la vita che cresce è di fatto indipendente ed unica.
Ci sono donne ed uomini meravigliosi che nascono, crescono e vivono nell'Amore anche se hanno avuto storie di Dolore (a partire dal grembo materno). Pertanto la visione della gravidanza perfetta e armoniosa come condizione necessaria di partenza mi sembra un po' riduttiva in confronto alle infinite sfumature della Vita 🙂
Sante parole!
Verissimo, Elle. Parlavo del diritto di una donna di non vivere con la morte addosso per nove mesi. Una donna che subisce uno stupro, come quella del caso citato da Marica, e che non ha avuto possibilita' di scelta, siete davvero sicure che ami suo figlio? Voi non avete un'idea di quante madri odiano I propri figli.
Ma capisco che sono due punti di vista opposti.
no, infatti non sono sicura… pero' spero/credo non sia solo odio… boh…
🙁
Vorrei dare risposte, controbattere, dire la mia… ma ad ogni commento che leggo, rivedo il mio pensiero.
Rimango dell'idea che un bambino debba avere la chance di vivere la propria vita, eppure non posso ignorare le ragioni che hanno portato la mia amica a questa scelta dolorosa.
Argomento difficile. Concordo con chi dice che ci si deve trovare nelle situazioni, pero' io in generale sono contraria all'aborto e pensare a quella vita che era e che non e' piu' mi fa male al cuore. Da mamma, non riesco ad andare oltre, ma io sono in una posizione semplice e non posso avere la certezza che direi la stessa cosa se fossi nella posizione della tua amica. Provo molta pena per quelle donne che decidono di abortire perche' credono che sia la scelta migliore: secondo me, i bimbi non nati saranno nelle loro vite presenze fortissime sempre e comunque.
E' vero, è difficile dare un parere, quando si vive una situazione familiare tranquilla!!
Per capire le ragioni di questa scelta definitiva, bisognerebbe prima capire quelle che l'hanno portata fino a quel punto.
Ma son parole ed è già complicato così, figuriamoci nella realtà.
argopmento molto difficile.
non so non mi pronuncio. sono contraria all'aborto ma credo che poi ogni singola scelta vada analizzata a seconda dei contesti…
I favorevoli o contrari senza se e senza ma mi fanno sempre un pò di paura…
Complimenti per il tuo blog non lo conoscevo…
Sì, anche a me non piacciono i limiti. Mi piace guardare le sfumature, in ogni cosa!!
Grazie per avermi scritto. Vado subito a conoscere il tuo blog 🙂
L'aborto è uno di quegli argomenti su cui non riesco ad esprimermi, nonostante la mia esperienza personale.
Anni fa mi è stato detto che non avrei mai potuto avere figli. Ma la vita, per una volta, è stata dalla mia parte. Non posso che ringraziare, ogni giorno, per l'immenso dono che mi è stato fatto.
Però non riesco, non ci riesco a giudicare chi fa questa scelta.
Ogni caso, ogni situazione, è a sé stante. Sono d'accordo con te quando dici che "ogni bambino merita di vivere la propria vita"… aggiungerei che ogni bambino merita di vivere una buona vita. Non posso non chiedermi, forse stupidamente, se un bambino mai nato non sia comunque meglio di un bambino nato nella sofferenza, privo di amore, abbandonato, malato, maltrattato…
Forse non spetta a noi giudicare. Comunque.
Non posso fare a meno di provare tristezza.
Non ho molto da aggiungere alla tua riflessione.
Condivido tutto, la tristezza soprattutto.
Grazie per aver scritto!!
Un abbraccio
Da ragazzina vedevo l'aborto come un abominio, per me era inconcepibile! pensavo che in ogni caso dovevi prenderti le tue responsabilità.. poi crescendo ho rivisto la mia posizione capendo la moltitudine di circostanze in cui una donna si può trovare. Deve essere terribile crescere qualcosa dentro di te che ti ricorda solo cose terribili ed aver paura per lui e il suo futuro, deve essere straziante scegliere di non averlo. Ho letto di storie simili e c'è chi ha preso la decisione opposta come un nuovo inizio.. in entrambi i casi mi sforzo di non giudicare.. Credo sia da rispettare la scelta di ognuno anche se non la condivido, porta sempre con se una ferita profonda che difficilemente si rimarginerà..
Ho 30 anni.. e ci penso, penso spesso che potrei non avere una vita dentro di me perché semplicemente non trova posto e nonostante lo calcoli come una possibilità mi tremano le mani al solo pensiero e tutta la razionalità svanisce.. e leggo di voi e il cuore mi spezza e poi si riempe di amore..
un abbraccio fortissimo.
Greta
A me invece, è capitato il contrario.
Da ragazzina vedevo l'aborto come una possibilità. Credevo che la giovane età, potesse essere una valida giustificazione.
Poi, la vita mi ha dato un grande schiaffo in pieno viso e i segni sono rimasti. Da allora, nonostante mi sforzi di capire che ogni caso è a se stante, riesco ad accettarla un pò meno.
Anche io ho provato la tua stessa paura. Nel mio caso, è diventata realtà. Il mio peggior incubo. Ma tu non devi pensarci prima del tempo.
E poi vedi, le strade alternative esistono e sono altrettanto belle!! 🙂
Ti abbraccio
Non oso immaginare lo strazio che porta nel cuore una mamma che, per risparmiare al proprio figlio una vita di sofferenza, sente di non avere alternative al non farlo vivere affatto. Auguro alla tua amica che la vita le riservi una seconda possibilità.
E faccio a te i miei complimenti perché hai la sensibilità di starle accanto nonostante il dolore che questa vicenda ti provoca.
Ciao
Serena
Spero anche io che, la mia amica, riesca a superare questo momento e che, il futuro, le porti la felicità che merita.
Grazie Serena!!
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